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4
Dic

Farmaco sperimentale a base di staminali del cordone ombelicale contro il Covid-19

Continuiamo a parlare di cellule staminali del cordone ombelicale e COVID 19. Ottime notizie dal mondo scientifico.

Il Dr. Camillo Ricordi, direttore del Diabetes Research Institute dell’Università di Miami, intervistato dalla trasmissione “L’aria che tira” di La7 parla dei risultati dello suo studio clinico.  Lo studio valuta la sicurezza delle cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale in pazienti in terapia intensiva con COVID-19.
I risultati saranno pubblicati sulla rivista internazionale Lancet nei prossimi giorni. Intanto, dal preprint, leggiamo risultati sorprendenti. Il trattamento a base di cellule staminali del cordone ombelicale non solo si è dimostrato sicuro, ma anche efficace. I pazienti hanno avuto due infusioni. Erano 24 pazienti con 12 come gruppo di controllo. Le sperimentazioni effettuate in Cina, che avevano dato buoni risultati, non avevano il gruppo di controllo, richiesto dalla FDA americana. I pazienti presentavano un livello medio grave di COVID-19 e altre patologie pregresse e/o fattori di rischio. L’età era variabile dai 30 agli 86 anni. I risultati sono stati molto incoraggianti. Le infusioni con le cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale, infatti, hanno ridotto la mortalità al 91% per tutte le età e al 100% per le persone sotto agli 85 anni, ma anche il tempo di ripresa dalla malattia.

 

L’America si prepara ad approfondire questo studio clinico, ma l’Europa?

 

Orgogliosi di comunicare un annuncio della nostra banca di cellule staminali, Stemlab. Fu tra i primi laboratori ad attivarsi per sviluppare un farmaco a base di cellule staminali mesenchimali, credendo nelle potenzialità di queste cellule. Proprio questo anno il sito produttivo di Stemlab nel Biopark è stato ampliato per l’attuazione di nuove terapie sperimentali. Per dare possibilità di integrazione per consorzi internazionali nel campo delle terapie cellulari.
Oggi possiamo dire che questo farmaco a base di cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale è diventato realtà.
Stemlab, infatti, ha annunciato di avere completato lo sviluppo di un farmaco sperimentale a base di cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale e di avere già pronto un primo lotto. Indicato col nome SLCTmsc02, è destinato al trattamento ospedaliero dei pazienti più gravi. È costituito da dosi di 100 milioni di cellule staminali mesenchimali (MSC) del tessuto del cordone ombelicale.
Secondo André Gomes, Direttore Generale di Stemlab, “questo farmaco sperimentale è stato sviluppato, a tempo di record, presso la nuova unità di produzione di farmaci per terapia cellulare di Crioestaminal” ed è il risultato degli sforzi del team di tecnici e ricercatori dell’azienda negli ultimi mesi.
“Siamo, in questo momento, in grado di produrre circa due dozzine di dosi a settimana, con la possibilità di espandere la produzione, se necessario”, ha garantito.
L’azienda spiega, in un comunicato, che “l’uso di questo tipo di cellule per il trattamento di pazienti con polmonite grave associata a COVID-19 testato in Cina, negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, con più di 20 studi clinici in corso da studiare la sicurezza e l’efficacia di questa terapia”.
In Europa sono 10 gli studi clinici in attivo per il trattamento delle cellule staminali mesenchimali e il COVID-19.
Orgogliosi si esser parte di questa realtà, augurandoci che presto l’Italia riconsideri la conservazione delle cellule staminali mesenchimali del tessuto cordonale e l’entrata in studi clinici per il COVD-19 che possano utilizzare questa tipologia di farmaco.

 

Il farmaco a base di cellule staminali mesenchimali potrà curare altre malattie?

 

Sì, è quello che ci spiega André Gomes. Il farmaco, continua nel comunicato, “ha altre applicazioni nell’area della regolazione del sistema immunitario, in particolare nel trattamento dei pazienti sottoposti a trapianto di midollo osseo che sviluppano una forma grave di malattia del trapianto contro l’ospite”, aggiunge.
L’Istituto Portoghese di Oncologia di Lisbona, ha avuto l’autorizzazione da Infarmed per utilizzare SLCTmsco2 a tale scopo.
“Il progetto, che rappresenta un investimento di un milione di euro e si propone di essere un riferimento in Europa, si propone di produrre questo tipo di farmaco e di esplorare il potenziale terapeutico delle cellule staminali, siano esse cellule staminali mesenchimali da tessuto del cordone ombelicale, nelle malattie autoimmuni, sia nelle cellule del sangue del cordone ombelicale nell’area della pediatria dello sviluppo “, aggiunge André Gomes.

Essere parte integrante di una realtà come Stemlab ci permette di essere ben radicati nel presente ma di pensare con fiducia al futuro.

Articolo di:

Futura Stem Cells

 

 

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21
Lug

Nuovi risultati nella lotta contro il Covid-19 dalle cellule staminali

Anche dalla Spagna arrivano i primi risultati di una sperimentazione clinica basata sull’infusione di cellule staminali mesenchimali su pazienti affetti da Covid-19.
Avevamo già parlato in un articolo precedente del ruolo centrale assunto dalle cellule staminali nella lotta contro il Covid-19.

PERCHÉ LE STAMINALI CONTRO IL COVID-19

Quando il virus SARS-CoV2 infetta il sistema immunitario dell’uomo in molti casi può svilupparsi come conseguenza una polmonite interstiziale. Il trattamento utilizzato per contrastare la polmonite è la ventilazione forzata del paziente, trasferito in rianimazione. La condizione di ventilazione forzata attiva il sistema coagulativo generando il rischio di processi trombotici, una delle concause che porta al decesso.
Per evitare la rianimazione, con i risvolti negativi conseguenti, sono state utilizzate diverse terapie farmacologiche da parte dei medici.
Le terapie attuate, purtroppo, su alcuni pazienti non attecchirono. In questi casi il trattamento con le cellule staminali mesenchimali poteva rivelarsi una speranza di salvezza, visto la loro azione anti-infiammatoria. Riducendo l’infiammazione si diminuiscono i processi che attivano il sistema coagulativo, portando alla riabilitazione dell’organismo.

LO STUDIO CLINICO BALMYS-19

Per lo studio Balmys-19, guidato dal Dr. Filipe Prosper dell’Università di Madrid, sono state arruolate 13 persone alle quali la somministrazione di antivirali e anti-infiammatori non aveva prodotto risultati. I pazienti, infatti, erano finiti in rianimazione con ventilazione forzata e, per questo, vennero scelti per il trattamento.
I dosaggi che ricevettero furono diversi: dieci pazienti due dosi, due pazienti una dose e un paziente tre dosi. Una dose media di cellule staminali mesenchimali era di 980.000 cellule per kg di paziente.
Successivamente all’infusione nessun paziente trattato ha manifestato sintomi avversi, mostrando il miglioramento di diversi parametri analizzati.
Passati 16 giorni, nove pazienti, cioè il 70%, hanno presentato miglioramenti e, tra questi, sette sono stati estubati e dimessi dalla terapia intensiva, dando prova degli ottimi risultati ottenuti dal trattamento.
L’infiammazione diminuì in tutti i pazienti e aumentò, al contempo, il livello di leucociti. Quest’ultimo dato dimostra la reattività del sistema immunitario.
È stato dimostrato infine che i miglioramenti avvenivano sia se le cellule staminali impiegate erano estratte da tessuto fresco sia se si trattava di cellule congelate.
In conclusione allo studio è stata raccomandata dai ricercatori molta prudenza, visto che le terapie cellulari, a differenza delle altre, sono considerate “farmaci vivi” e, per questo, devono essere somministrate da personale medico altamente qualificato, sotto la sorveglianza delle autorità sanitarie.

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